Pets Vita da Animali: un successo annunciato

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Vita da cani, verrebbe da dire. Non così male, a vedere questo film. Da sempre l’uomo ha antropomorfizzato i nostri amici pelosi, pennuti o altro, rendendoli protagonisti di storie “umane”. Esopo e Fedro, La Fontaine e mille altri. Anche il cinema lo ha sempre fatto (basta pensare ai tanti animali disneyani che hanno fatto ridere e piangere intere generazioni) e adesso è il turno dell’animazione digitale 3D col film Pets – Vita da animali. Protagonista l’insicuro e nevrotico cagnetto Rex che vive come un trauma l’arrivo in casa del più grosso e peloso Duke. Negli Usa il film sta avendo un clamoroso successo: 210 milioni di dollari nei primi dieci giorni di programmazione. Sarà nelle sale italiane dal 6 ottobre.

Gli autori del film, il regista Chris Renaud e il capo della Illumination – la casa di produzione dei Minions – Chris Meledandri, sono convinti di aver sfornato un capolavoro: «Ognuno di noi ha un animale preferito, il mio è un gatto soriano, mio figlio adora le lucertole, Chris Meledandri il suo terrier – dice il regista – ognuno di noi ricorda almeno una storia sugli animali letta sui libri oppure osservata nella vita reale. E quando abbiamo iniziato a preparare questo film tutti gli animatori hanno non solo raccontato storie dei loro animali domestici: hanno iniziato a portarli a lavoro! Cani, gatti, rettili, uccelli, roditori… di tutto. Li abbiamo lasciati liberi per i corridoi, immaginando i loro discorsi».

Nel film si parla anche di pedrigree, ovvero di razza. Chiediamo se ci sono riferimenti all’attualità. Risponde Meledandri: «Per forza. Non solo l’osservazione zoologica, ma anche la letteratura si è soffermata sui parallelismi tra uomo e animale, tra ragione e istinto, o tra cultura e natura. Pensiamo a La fattoria degli animali di George Orwell e a tutte le metafore sulle dinamiche sociali e i giochi di potere. Il nostro film s’ispira più a Orwell che alla Pixar», dice ridendo. E continua: «Gli animali hanno sempre rappresentato una parabola delle virtù e dei difetti di noi umani».

Chiediamo quanto sia cambiato il rapporto con gli animali realizzando il film. «Come in una seduta psicoanalitica, o in un transfert, la mia mente si è espansa, la percezione si è dischiusa nei confronti di tutto il regno animale», dice Renaud. «Ancora più di prima sento che non solo tra noi umani, ma anche tra noi e gli animali esiste una mente collettiva che ci accomuna, un archetipo primordiale che ci unisce alle radici profonde e antiche». «Sono d’accordo», interviene Meledandri. «Per esempio penso a un piccolo pappagallo, un parrocchetto, il cui cervello è della dimensione di un granello di polvere, e al modo in cui noi proiettiamo i nostri pensieri su di lui e a come lui risponde in maniera incredibile alle nostre proiezioni. Non importa quello che il parrocchetto davvero pensa, quello che importa è come reagisce al nostro input. E allora mi chiedo: se davvero riusciamo a instaurare con un animale una tale interazione, fosse anche solo fisica, perché non provarci con gli altri esseri umani?».

Il successo che Pets sta avendo al botteghino fa pensare a un seguito. Già pronto Pets 2? “Ci stiamo pensando, ovviamente – dice Meledandri. “Ma vorremmo aspettare ancora un po’, non solo gli incassi intendo, ma anche gli sviluppi politici dei prossimi mesi, prima di buttare giù una trama. Per esempio, se Donald Trump dovesse diventare presidente, come non fantasticare sul bruttino e piccolo Rex alle prese con un pesante, vanesio e autoritario cane lupo biondo-fulvo con parrucchino? Scherzo, sarebbe troppo di cattivo gusto…”.

(fonte: larepubblica.it)

 

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